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Molta critica architettonica ha esaminato la prima metà del Novecento con contributi a volte discordanti, avendo spesso intrapreso strade che hanno messo in secondo piano altre produzioni rispetto a quella più razionalista del Movimento Moderno. Ne è conseguito che gran parte dell'operosità d'ingegneri e architetti "minori" è stata tenuta a margine se non esclusa dalle trattazioni sull'architettura del periodo. Così protagonisti di primo piano come Vincenzo Corazza sono stati tralasciati per ricercare in quegli anni più chi si era espresso in totale concordanza con il pensiero radicale dei modernisti. Questo libro vuole assumersi il compito di riscoprire un progettista delle istituzioni, che ha operato con un'altra modernità, mettendo in primo piano la sua opera intellettuale, prestata quasi tutta agli uffici tecnici, e tenendo sullo sfondo la cultura e la storia di Matera in età moderna. Vuole restituire al mondo della cultura una figura cardine e operativa per la città dei Sassi; patrimoni, quelli di Corazza, che difatti hanno condizionato le vicende urbane post-moderne e contemporanee di una singolare città oggi Capitale Europea della Cultura 2019.